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      Il misterioso cuore umano fino all'ultimo momento non diceva tutte le sue possibilità. L'organo che apparentemente non conosceva il riposo pur si riaveva dalla più forte depressione. Ed il dottore si mosse per andarsene imbarazzato e dalle cose misteriose e dalle parole che rivolte a quella povera signora non potevano servire a chiarire il pensiero di persona che sapeva molto ma soprattutto di non sapere abbastanza. Cercò di andarsene dopo di aver ripetuto certe raccomandazioni. Ma la signora avrebbe voluto avere l'intera verità: «Ho da richiamare telegraficamente i figliuoli?». E guardò ansiosamente quelle labbra cui ella voleva strappare il verdetto.
      Ma il dottore girò su se stesso lentamente per guardare meglio in faccia la signora o forse per guadagnare del tempo prima di parlare. Tante erano le possibili prospettive! A quale doveva afferrarsi? Intravide la propria salvezza: il pericolo maggiore stava precisamente nella minaccia della malattia lunga. Perché telegrafare? Il modo più odioso di dare una cattiva notizia. Ma non volle rasserenare di troppo la signora. - Scrivere, scrivere si poteva intanto. Tenerli preparati a peggiori notizie oppure... mettere le cose in modo che li aspetti fra pochi giorni una grande gioia. - Si sentì rassicurato anche lui come se le probabilità buone si fossero accresciute. Poté anche pensare più chiaramente alle necessità dell'ora. «Domani» disse «penseremo di assumere un'infermiera. Ella non può continuare a vivere così se la cosa accenna ad allungarsi tanto.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387