Pagina (209/387)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Porgendo la mano alla signora volgeva la schiena al Reveni che improvvisamente emise un suono strano. Con la voce un po' più bassa del solito, nel più quieto modo disse una parola incomprensibile. Il Maier poi si sforzò di ricordarla ma non vi riuscì perché è difficile ricordare un seguito di sillabe prive di senso. Egli si volse con curiosità mentre la signora corse al marito per domandargli con spavento: «Che hai?».
      Il Reveni s'era abbandonato sulla poltrona. Ma ancora dopo un istante seppe rispondere alla moglie chiaramente come se si fosse rimesso: «Ho un dolore qui!» movendo la mano che non arrivò al cenno voluto ma che si sollevò dal bracciale della poltrona. Poi più nulla e stette inerte il capo abbandonato sul petto. Emise ancora un sospiro che parve lamento e nulla. La signora lo sosteneva urlandogli nell'orecchio: «Giovanni! Giovanni! Che hai?».
      Il Maier si asciugò gli occhi delle lacrime che li avevano bagnati per la sciagura propria e si volse all'amico. Intanto indovinò subito di che si trattava ma era ancora tanto compreso dai propri affari che il suo primo pensiero fu: "Egli se ne va! Ecco che neppur volendolo potrà aiutarmi".
      Dovette farsi violenza per riscuotersi virilmente dall'abietto egoismo. Andò dalla signora e le disse mitemente: «Non si spaventi, signora, è un deliquio e null'altro. Ho da chiamare il medico?».
      Essa era inginocchiata dinanzi al marito. Volse al Maier un volto irrorato di lagrime ma che evidentemente si lisciava nella speranza che le proveniva da quelle parole.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





Reveni Maier Reveni Maier Maier