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      In quanto alle imposizioni non si poté evitarle del tutto. Quando Augusta non ne poteva più invocava il mio aiuto ed io intervenivo con un grosso urlo che tagliava ogni questione. Ma era una cosa breve di solito rivolta a lui e alla sorella senza discriminazione come il rimprovero di un generale a un corpo d'esercito e che cancellavo subito con una parola di scherzo che dimostrava la mancanza di ogni rancore. M'astenni sempre, religiosamente, dal domandare loro degli atti di contrizione. Per Emma sono sicuro di aver raggiunto lo scopo: Essa potrà vedermi morire con piena serenità e continuare la sua vita accanto a suo marito e a suo figlio come se io non ci fossi mai stato. E verrà anche lieta a portare sulla mia tomba dei fiori ad ogni anniversario con la convinzione di darmi tutto il piacere cui ho diritto.
      Ma per Alfio lo sono meno. Io so che non fa una grande stima di me. Per lui, artista, un buon commerciante è un bestione di cui non va tenuto conto. Sono proprio questi i giudizi che poi la morte rettifica. Eppoi mentre sarebbe stato tanto facile di aver dei rapporti chiari con mio padre col quale vivevo solo e le complicazioni non potevano essere molte perché derivavano solo da me e da lui, qui una folla di gente si frammette ad oscurare i nostri rapporti. Per citare un solo caso restiamo alla discussione di quella domenica. Una volta alzai le braccia con un atto che, come nessun altro, è del patriarca e lo feci per calmare Emma. Poi non seppi lasciare che mio figlio provvedesse alle cose sue perché intervenni con un ammonimento che scusai col mio affetto mentre era un riguardo per Valentino.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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