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      Sospetto che Augusta sapesse celare una parte di tale spesa e le è facile perchè io di questioni di denaro non mi occupo che quando sono molto di malumore ed ho bisogno di sfogo. Certo Augusta era anch'essa come me e cambiava d'umore a seconda del giro del vento. Se credeva di aver bisogno del mio appoggio per educare e dirigere Antonia, era capace di essere la prima a lagnarsi delle sue spese. Se invece m'accadeva di parlarne io per primo, mi trovavo di fronte alla sicura asserzione che Antonia era molto modesta e non spendeva più di altre fanciulle della sua condizione. Era una cosa che m'indisponeva contro Antonia e contro Augusta perché pareva fatta apposta per mettermi sempre dalla parte del torto. Dacché sono tanto vecchio m'è duro trovarmi dalla parte del torto per mio errore o svista, ma mi rende furente di trovarmici senz'alcuna mia colpa per artifizio altrui che mi sembra nemico.
      Ma tutte queste cose sono da molto tempo dimenticate e ne parlo solo per intendere meglio quello che ci sta succedendo ora.
      A 15 anni Antonia aveva una sola amica, una ragazza alquanto brutta, tozza e mal costruita con una sola bellezza, degli occhi neri di uno splendore strano messi in quell'organismo per guardare, ammirare e invidiare la bellezza altrui, certa Marta Crassi che doveva divenire in tutti i casi sua cognata. Dico in tutti i casi perché Antonia s'era messa in una posizione tanto strana nella nostra società che non c'era per lei altra probabilità che di sposare uno o l'altro dei due fratelli di Marta: Innamoramento di tutta una casa che, a dire il vero, nella nostra famiglia non era nuovo.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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