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      Dovrò poi attendere l'intervento del medico per concedermi il conforto di tale potente medicamento? Non v'è dubbio che la morte è talvolta l'opera di un capriccio improvviso e che potrebbe essere passeggero di un organo o della casuale coincidenza momentanea di varie deficienze. Sarebbe momentanea - voglio dire - se non è seguita dalla morte. Bisogna fare in modo che sia momentanea. Dunque l'intervento dev'essere pronto e magari precorrere il crampo per eccessiva attività o il collasso per inerzia. A che aspettare il medico che viene e corre ad annotare la visita? Io solo posso essere avvisato in tempo del bisogno d'intervento da un lieve malessere. Purtroppo i medici non hanno studiato quello che in tale caso possa soccorrere. Io perciò allora ingoio varie cose: Caccio giù un purgante con un sorso di vino eppoi mi studio. Può esserci bisogno di altro intervento: Un bicchiere di latte ma anche qualche goccia di digitale. Le minuscole quantità che furono consigliate da quell'eccelso uomo che fu il Hannemann. Quelle minuscole quantità la cui sola presenza basta a produrre le reazioni necessarie all'attivamento della vita come se un organo più che essere nutrito o eccitato ha bisogno di essere ricordato. Vedendo una goccia di calcio esclama: «Oh, guarda! L'avevo dimenticato. Il mio dovere è di lavorare».
      Questa era la condanna di Felicita. Non si poteva dosarla.
      Alla sera venne da me il fratello di Felicita. Vedendolo trasecolai dallo spavento tanto più che fu proprio Augusta che lo diresse fino al mio studio.


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I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





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