Pagina (364/387)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Già supplicare intensamente rasenta la minaccia. Io capisco benissimo che messe in balìa di certi contadini, le immagini dei Santi cui furono rivolte le preci, finiscano per punizione sotto al letto.
      Finalmente disse con voce sicura: «Felicita dice che siamo al dieci del mese».
      Guardai il calendario da cui io giornalmente strappo un foglio e dissi: «Ha proprio ragione. Siamo al dieci del mese. Non c'è dubbio».
      «Ma allora» disse egli esitante «essa è creditrice per tutto il mese».
      Un attimo prima ch'egli avesse parlato io avevo capito perché m'aveva indotto a guardare il calendario. Credo di aver arrossito nel momento in cui scoprivo che fra fratello e sorella tutto era chiaro, sincero, onesto in base a conti precisi. L'unica parola che mi diede sorpresa fu la domanda esplicita di pagare per il mese intero. Ero anche in dubbio se veramente io dovessi pagare qualche cosa. Nella mia relazione con Felicita non avevo tenuto i conti con tanta esattezza. Non avevo io pagato sempre in anticipazione e non era perciò saldata quella frazione di mese col pagamento già fatto? E rincasai un po' a bocca aperta a guardare quegli occhi strani per intendere se fossero supplici o minacciosi. È proprio dell'uomo di grande e lunga esperienza come sono io di non sapere come ha da comportarsi perché sa che da una sua parola, da una sua azione, possono risultare le cose più imprevedute. Basta leggere la storia universale per sapere come cause ed effetti possono mettersi nelle relazioni più strane. Nella mia esitazione trassi intanto il portafoglio e anche contai il denaro assorto a non prendere per una carta da cento lire una da cinquecento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I racconti
di Italo Svevo
pagine 387

   





Santi Felicita