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      Sovra ogni cosa, Colui che oggi noi tutti rievochiamo mestamente, amò la bontà e la fraternità umana: la sua bontà era così illimitata che spesso si toglieva il pan di bocca per nutrire un povero tapino, per aiutare un sofferente, per riconfortare un proletario. La sua casa era aperta a tutti; al suo desco si rifocillarono molti che la società perfida ed egoista scaccia dal suo seno come lupi randagi e pericolosi.
      Le arcane meditazioni della filosofia, le aride e pur sante formule della matematica e delle scienze, che Egli conosceva tutte profondamente, la vastità sbalorditiva del suo sapere - a ciò aiutando il possesso perfetto delle principali lingue antiche e moderne - (ne sapeva dodici) - il diletto dei suoi classici, che egli delibava in auree coppe ideali, l'aristocraticismo raffinato del suo spirito leonardesco, fecero del nostro Padre l'Uomo il più temprato ai dolori umani e il meglio corazzato di fronte all'ingratitudine dei suoi simili.
      Questo santo laico del proletariato, la cui gentilezza di sentimenti non aveva limiti e che non avrebbe ucciso un uccellino per tutto l'oro del mondo; quest'Uomo che a tutti diede a piene mani i tesori del suo vasto sapere, diceva che la vita di un essere umano tanto vale per quanto dà senza nulla chiedere in compenso; quest'Uomo che si era macerato nello studio di Veri infiniti ed aveva agonizzato dinanzi ai grandi imperscrutabili misteri della vita; ebbene, questo essere schivo di popolarità, modesto sino all'assurdo, aveva dei nemici tenacissimi, implacabili; sollevava gli odii mal repressi di piccoli uomini abbietti che pur sapendo appena leggere e scrivere, pontificavano su gazzette e giornali.


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Giulio Tanini nella sua vita e nelle sue opere
di Giulio Tanini
Tipogr. Barisione Genova
1922 pagine 108

   





Colui Padre Uomo Uomo Uomo Veri