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      Da quel giorno le menti più elette del gregge umano coltivarono in sè stesse la fede nella missione dell'uomo, considerato non più come individuo occupato esclusivamente alla ricerca egoistica della propria felicità, ma come cellula ed elemento della grande famiglia, e come tale tendente ad occuparsi non solo del proprio benessere ma anche di quello dei propri simili. E questa religione dell'altruismo doveva di necessità assumere forme e caratteristiche di ideale e di sistema, ogni qualvolta una mente superiore si volgeva a considerare non più soltanto la sventura accidentale di un uomo, ma la sventura costante dei reietti della fortuna, il martirio delle masse sterminate dei pezzenti e dei malnutriti.
      Così, da Cristo a Mazzini, da Mazzini a Marx, si svilupparono le tappe successive di questo sublime movimento degli uomini migliori, lanciati alla ricerca della soluzione del problema, di un rimedio che sopprimesse le troppe infelicità e le troppe ingiustizie che tormentano la dolorante umanità. E dietro a loro tutta la schiera ognora crescente dei discepoli e degli adoranti, dei minori apostoli e dei fiduciosi, dei convinti e degli incerti, e in tutti costoro si andava e si va formando questa divina sensazione della necessità di ribellarsi alle catene dell'egoismo, di purificare le piccole brutalità della vita colla gioia di aver contribuito al bene dei propri simili più sventurati.
      Ma quale lotta spaventosa per il continuo sospingersi delle anime buone verso questo ideale e verso questa fede, e la vecchia atavica abitudine del pensare solamente a sè ed al proprio materiale immediato interesse.


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Giulio Tanini nella sua vita e nelle sue opere
di Giulio Tanini
Tipogr. Barisione Genova
1922 pagine 108

   





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