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      Guida t'è chi co 'l grand'amor profondo,
      i ceppi rei de i suoi fratelli schiavifremendo infranse, e, de l'Idea, le chiavi
      porgeva al mondo:
     
      che predicò per te: - Dritto e Decoro -;
      che, co 'l suo genio, una gran flotta audacesolcar vedeva in sogno, a cercar pace
      e pìo lavoro:
     
      che a i fanciuletti tuoi, a le pìe e sanemadri aspettanti, serenò il bel ciglio,
      non più costrette a pàvido consiglio,
      per rea dimane:
     
      che i vecchierelli, già lassi e rejetti,
      nudi, affamati, abbandonati e soli,
      a la speranza ridonò, a i figlioli,
      e a i dolci affetti.
     
      Non più sgomenti, arsi da l'aspro gelosu le calate de gl'ingrati porti,
      il folto omnubirà, quasi già morti,
      d'oblìo gran velo.
     
      Miseri resti umani, a cui la vitaimperversò nel cuore aspra e crudele;
      ahi, troppo, un'empia eredità di felecovò infinita!
     
      Chi surse, buono, a vendicar lor stenti -,
      fratel nel duolo -, disse audace, - «È l'ora:
      basta - Gran Dio! -, redento è chi dolora:
      su, fiere genti! -,
     
      andiam, pe 'l mondo, con le fiamme in coreBastiglie ad adeguar, franger catene;
      pèra il ricordo reo di tante pene,
      d'ogni dolore. -»
     
      E le sfruttate e cieche anime amareil tirannico giogo, a un tratto, scosso,
      s'affratellar sotto l'ardente e rossosimbol del mare.
     
      E quindi - come un lampo, al gran cimento,
      s'avventava la turba al Novo Fato,
      francata a sempremai dal più spietatodiro tormento.
     
      E il buon genio gridò, - «Eccolo il panedi libertade e di giustizia; il mesto
      reo deprechiam pensier del dì funestode l'ire insane;
     
      e benedetti i Màrtiri, che saldiin una Fede piena di bontà,
      non vider, questa, per l'Umanità


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Giulio Tanini nella sua vita e nelle sue opere
di Giulio Tanini
Tipogr. Barisione Genova
1922 pagine 108

   





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