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      La ringrazio adunque. Ho espresso il mio sentimento, come dilettante di belle lettere, non come Maestro, che non sono in nulla.
      Saluti affettuosi dal suo affezionatissimo e devotissimoGIUSEPPE MACAGGI
     
      L'ORAdi Palermo. - 9-10 Ottobre 1915.
     
      LA VISIONE DI CALATAFIMI
     
      Come i fedeli di ogni religione ripetono quotidianamente la preghiera propiziatrice così i seguaci dell'Ideale di redenzione umana sentono il conforto incitatore di ricordarsi sovente delle gesta umane, consacrate all'Ideale.
      Tra queste una delle più sante che brilleranno eternamente nella Religione del Vero è quella garibaldina.
      Onde giova insieme col generoso vegliardo genovese ripensare alla Visione di Calatafimi.
      Mille scrittori e poeti ne hanno scritto e cantato e sempre l'anima nostra, assetata d'Ideale, ascolta ogni nuovo scritto che ripete l'omerica impresa aggiungendo o lumeggiando meglio qualche episodio; e con maggior devozione oggi che l'impresa eroica si rinnova per la rivendicazione dell'Italia irredenta. Oggi in cui il tragico contrasto di far la guerra per ottenere la pace giusta, che fu la bussola del grande Liberatore, arriva alle più vaste concezioni, tanto che il Tanini può dire:
      «Ma un vate tornerà fatto più terso
      «ne l'onda della Storia
      «rinnovata, a cantare a l'universo
      «quest'Epopea di gloria;
      «onde Omero e Vergilio e Dante, i carmi
      «fonderanno ne' tempi
      «navi del mondo con non già de l'armi,
      «ma di Pace gli esempi".
      E il canto del poeta s'inspira dapprima coi pionieri e coi precursori:
      «Ei fûr due spirti di Messina, eletti:


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Giulio Tanini nella sua vita e nelle sue opere
di Giulio Tanini
Tipogr. Barisione Genova
1922 pagine 108

   





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