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      «Poichè – dicevano – le Casse Invalidi del mezzogiorno sono le più ricche, la loro fusione con quelle settentrionali, ci darà una Cassa unica, che dovrà distribuire delle pensioni inferiori a quelle che già distribuiscono le Casse di Napoli e Palermo.
      «A prescindere dalla considerazione che la pretesa ricchezza delle Casse Invalidi Meridionali è provvisoria, perchè dovuta agli scarsi impegni, che ancora per poco tempo quelle Casse hanno verso i loro iscritti, sta il fatto che l'Organizzazione della Gente di Mare, in armonia colla Commissione Reale per la riforma del Codice Marittimo, reclamò e tuttora reclama la fusione a condizione che la Cassa Unica distribuisca dalle pensioni, che siano almeno il doppio di quelle oggi distribuite dalla Cassa Invalidi più ricca.
      «Ma poichè non esiste maggior sordo di chi non vuole sentire, e negli anni 1907 e 1908 il sordo ad ogni costo volle essere il Governo – forse perchè troppo impressionato dalla baldanza degli autonomisti meravigliosamente organizzati anche dentro il parlamento – vecchi e provati amici dei Lavoratori del Mare, visto che non esisteva organizzazione marinara e l'invocata riforma correva pericolo di naufragare, nel maggio del 1909 chiamarono a raccolta in Genova, in questo locale, i sodalizi marinari sparsi per le nostre riviere, e nel nobile intento di liberare il Governo dalla sordità procuratagli dal malanno... autonomista, costituirono un comitato nazionale per il miglioramento e la fusione delle Casse Invalidi.
     
     
      L'OPERA DEL COMITATO


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Storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare
di Giulio Tanini
Tipogr. Angassini Genova
1952 pagine 173

   





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