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      «O terra dei tre mari, unisci la tua voce a quelle dell'incantevole golfo partenopeo, della forte riviera ligure, dell'attraente laguna veneta, dell'audace Ancona, dell'impetuosa Livorno! Esse ripetono con eguale accento l'inascoltato reclamo dei naviganti italiani: «Vogliamo la vita trascorrere, per tutti i mari, per la grandezza e prosperità della Patria; ma vogliamo, se il mare ci rapisce, assicurata la vita pei nostri figli, le nostre spose, le nostre madri: vogliamo il pane assicurato per la nostra vecchiaia e invalidità, se il mare ci risparmia (Applausi vivissimi).
     
     
      L'ESTREMA DIFESA DEGLI AVVERSARI.
     
      «All'ultim'ora gli autonomisti, non potendo più dare ad intendere, per l'opera attiva delle nostre sezioni meridionali, che la fusione da noi voluta era la spogliazione delle Casse di Napoli e di Palermo, scrivono un opuscolo (Relazione per il riordinamento della Cassa Invalidi per la Marina Mercantile), nel quale finalmente ci fanno dire quello che abbiamo sempre detto, e cioè: che la Cassa unica dovrebbe dare almeno il doppio della pensione che oggi dà la Cassa migliore.
      «A questa condizione – scrivono nella loro citata difesa – anche noi saremmo per la fusione; ma poichè questo vostro programma (rivolgendosi a noi) è un'utopia, troppi essendo i milioni necessari per effettuarlo, noi, sostenendo l'autonomia, migliorata da possibili provvedimenti presi a favore d'ogni singola Cassa, meglio di voi tuteliamo gl'interessi della gente di mare, che scientemente ingannate con mirabolanti promesse.


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Storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare
di Giulio Tanini
Tipogr. Angassini Genova
1952 pagine 173

   





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