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      La reazione
     
     
      La reazione intanto, la quale aveva servito in certo qual modo a destare le maestranze operaie di tutta la famiglia proletaria, andava ogni giorno arrotando le armi.
      La polizia mandava numerose schiere, armate di tutto punto, ad intimorire, minacciare, coi soliti suoi mezzi borbonici.
      Il Cap. del Porto, il Questore – il celebre Pappalardo – agivano in modo da intimorire le povere creature affamate che volevano rivendicare i sacrosanti diritti al pane, al rispetto, all'onore, che si deve ai figli della famiglia umana. Ma i piroscafi non partirono, e in gran numero furono gli incidenti dolorosi che vennero perpetrati dalla Polizia; si ammanettarono i marinai più recalcitranti, i rappresentanti della Film. Si sbarcarono equipaggi che vennero gettati in carcere. I giornalisti al soldo della reazione intinsero le loro penne nel fango d'oro dei loro padroni giudaici e chiesero ad alte strida la incarcerazione del Capitano Giulietti, il quale, non conoscendo riposo, s'insinuava furtivo per entro i cento piroscafi, ora a Genova, domattina a Napoli, a Livorno, dappertutto ove la sua presenza era urgente, per infondere coraggio a chi pericolava, nuovo ardore nei suoi compagni di lotta, i quali lo seguirono come un solo uomo in questa battaglia, che rappresentava la vita o la morte della intera famiglia della Gente del Mare.
      Reazione terribile, lotta senza pietà, sopraffazione inaudita, resistenza ad oltranza, manette, prigioni e fiumi d'oro che uscivano dalle Banche per gonfiare le già pingue borse degli sfruttatori, oro che venne buttato via a palate, per non voler riconoscere i diritti dei marinai.


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Storia della Federazione Italiana dei Lavoratori del Mare
di Giulio Tanini
Tipogr. Angassini Genova
1952 pagine 173

   





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