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      Quando pensavo alle bellissime autobiografie di cui è sì ricca la letteratura italiana e quella inglese; io sentivo compassion di me stesso e dicevo tra me e me: grullo che sono: aver io l'orgoglio di credermi da tanto di poter far quello che fecero con merito stragrande, perchè vero, i Cellini, gli Alfieri, i Duprè, i D'Azeglio, i Settembrini, il Dickens e tanti e tanti altri? e allora mi cadeva la penna di mano e sentivo un tirati in là impossibile a superare. E gli anni (filavano)!....
      Un giorno una persona a me cara, la mia buona moglie Costanza, mentre le leggevo alcune delle migliori pagine di David Copperfield e le facevo osservare che quel libro non era nè più nè meno che la vita stessa del suo autore, l'immortale umorista inglese Carlo Dickens; quell'anima entusiasta, alzando gli occhi mi fece: - O perchè tu non scrivi la tua delle vite, che sarebbe un libro pieno di sentimenti e di cose strane e belle e variate, e sentite davvero, e scriverla per i giovani che vengono su?
      A dir il vero l'idea mi piacque, ma non dissi nè sì nè no; mi limitai a scotere il capo e - Vo far altro, le risposi: la gente si burlerebbe di me che sono un citrullo calzato e vestito! - Ma ripensandoci poi durante le mie lunghe passeggiate per le montagne dell'Apparizione di Genova, mi parve che ne potessi tentar davvero il cimento. Ed ecco come nacque questo libruccio, o librone o libraccio, pieno zeppo di roba cattiva, ma che rigurgita di sincerità e di propositi leali, scritto senza ampollosità, e che si tien su sulli stecchi d'una bisogna casereccia e pedestre.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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