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      Rivedo le madie, i sacchi, le tavolone piene di stacci, i buratti, la farina che svolazzava come una nebbia finissima, da per tutto, e che ci copriva allegramente il capo, e' vestiti tantochè, in pochi minuti, diventavamo bianchi come mugnai anche noi, e ridevamo allegri e contenti, assaporando quei famosi sommòmmoli cotti lì per lì.
      A questo punto s'inizia un nuovo periodo della mia vita: la partenza da Genova e l'arrivo in Sicilia, merita quì che ne dica due parole, non tanto perchè questo fatto portasse a me variazioni sul tenore della mia esistenza ormai orfanella e abbandonata; ma perchè coincide con una delle scene più grandiose e magnifiche della Storia del nostro Risorgimento: la presa di Palermo e il trionfo delle armi garibaldine, potendomi dire grandemente fortunato d'esser giunto in quelle terre luminose, calde ancora, per così dire, del più maraviglioso entusiasmo che cuore umano potesse mai scaldare, per riportarne, per sempre, un ricordo d'amore che andò ingigantendo da quando le letture della famosa epopea mi si scoprì alla mente.
      CAPITOLO IV.
     
     
     
      La prima impressione che hanno i ragazzi quando si avvicinano in barchetta a uno di quei mastodonti di ferro del mare, è di paura: in me, invece, fu di coraggio. M'arrampicai lesto lesto, su per la scaletta inclinata sulla panciona di quel grosso piroscafo e montai su da me. I soldati, (era il 31° reggimento Brigata Siena) vi si trovavano già: sonava la musica, il Colonnello Cavolini, e gli ufficiali intorno, pareva che facessero gli onori di casa: era un viavai di signore e signorine che si strizzavano (allora usavano i cerchi) in tutti i buchi: a guardar su le scalette di corda che pare vadano a perdersi nel cielo, si vedevano grappoli d'uomini e di giovanotti: una festa, un'allegria, un brusio, un'affaccendarsi di marinai; ordini militari; addii; strette di mano, e un vociare a perdifiato giù dal mare dalle centomila barchette cariche zeppe di gente che gridavano a squarciagola: «Viva il 31°» «Viva Palermo» «Viva la Sicilia» «Viva l'Italia».


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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