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      Non l'avessi mai fatto!
      Si rivolta il brav'uomo, e, mentre io in posizione di saluto militare sto lì ad aspettare chi sa, uno schiaffo, un calcio, che so io, sento che mi dice con voce stentorea:
      - «Di' a tuo padre, che la mano si bacia ai preti!».
      Mi volto: il babbo, rosso come un peperone s'avvicina, saluta: ma cosa gli dicesse il Colonnello io non l'ho mai saputo: mio padre non me lo volle mai dire, e io sono rimasto con questa curiosità. Credo però che mio padre avesse fatto qualche marachella; rimase vari giorni in camera con mio gran terrore, e solo dopo un lungo periodo ritornò fuori.
      In questo tempo mi avvenne un fatto veramente curioso che lo voglio consegnar qui, perchè fu l'incentivo principale che mi spronò a ingolfarmi poi nello studio della Fisica e a voler scoprire i perchè dei fenomeni di natura.
      Mentre facevamo - (era d'estate) la solita ora di riposo nell'ore bruciate, stando sdraiato sul lettuccio e non potendo dormire, contavo i travicelli del soffitto; con mia grande meraviglia vedo riprodursi sul cielo della stanza, tutto quello che succedeva nel cortile, ma con una tale naturalezza e precisione che giorni dopo avendolo detto al babbo e questo agli amici venivano in folla a farne le meraviglie.
      V'era un foro nell'imposta della finestra; e la distanza dal soffitto doveva essere così matematicamente precisa, da presentare quel bel fenomeno di una camera scura purissima.
      Che divertimento maraviglioso per me; si vedevano andare e venire gli uomini (erano soldati) tutti bianchi, in tenuta di tela; chi spazzava, chi portava il pane, chi si divertiva a rincorrersi; e i cani che nel reggimento non mancavano mai, far le corse e introdursi e scappare: insomma era per me come un teatro che rallegrava, e tanto, la noiosissima e uggiosa esistenza della caserma.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





Colonnello Fisica