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      Di mio nonno poche notizie potetti mettere insieme; egli discendeva da una antichissima famiglia nobile Fiorentina cacciata da Firenze nell'anno milledugento, della quale v'è in Santa Croce un monumento perspicuo narrando a chi lo vuol sapere, che ebbe priori e gonfalonieri; maestro pure era l'avo e si chiamò anche lui Giulio Alessandro ed ebbe scuole e insegnò i classici; anche il nonno mio Giulio, com'ho detto, teneva scuola che era frequentatissima di giovanetti e giovanette dell'aristocrazia senese.
      La nonna Carolina eccellentissima era nell'arte del ricamo e aveva un tesoro nelle dita, perchè andava ne' palazzi signorili a insegnare a trapungere i lavori più fini in seta alle nobili fanciulle della città. Ho visto, da ragazzo, due quadri ch'essa fece della lunghezza di venti centimetri, ricamati in seta finissima di molti colori che veramente facevano stupire; uno, mi ricordo, rappresentava una forosetta che scende in una valle ad attingere acqua a un ruscelletto; i colori dei fili di seta, l'erba, i fiori, l'acqua, il volto della fanciulla, gli uccellini che sur un albero cantavano a testina alta e col collo rigonfio; insomma era un'opera inestimabile. Codesti nostri ricordi familiari, e perciò preziosi, mi furono rubati, come dirò a suo tempo.
      I due giovani erano matti l'una dell'altro, e felici, trascorrevano la vita tranquilla nella città nativa che è, come ognun sa, ricolma di tesori dell'arte; e tranne un grosso difetto - la gelosia del nonno - (che lo spingeva a rinchiudere la onestissima e bellissima sua femmina in casa chiudendovela a chiave); si sarebbe pronosticato che avesser potuto vivere come Filèmone e Bauci cent'anni almeno.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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