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      Dunque la burla fu questa.
      C'era sulla cattedra del maestro un buco dove ci sarebbe dovuto stare il calamaio (specie al posto del professore di caligrafia)! il Santarlasci aveva il vizio di ficcare un dito sempre in quel vuoto; e lė lo girava e rigirava come se facesse la polenta: un giorno (io non mi ricordo chi fu il birbante...) gli venne in mente di metterglici una cosa che non odora precisamente a gelsomini... Eccoti il bravo professore s'avvia al suo seggiolone: silenzio sepolcrale; centosessanta occhi sono rivolti su lui; era pių tinto del solito e pių arcigno: dentro quel ditaccio e gira... sentir mollo, cavare il dito, e annusare fu un attimo...
      Quando ripenso a codesta scena non posso tenermi dal ridere anche ora: muggiva, picchiava; vennero i bidelli, i professori, il Preside: giorno di rivoluzione.
      Fu serrato il portone a chiave e volle che si dicesse chi era stato il colpevole: tutti zitti; promette salvo-condotto a chi si confessa. Ma tutti restammo zitto e chiotti e facemmo acqua in bocca. Mai si seppe, nč mai il marioletto volle dire: sono io, punite me, invece di tutti. Fu bene? fu male? le lagnanze furono udite; ci mandarono a prendere aria... ma il Santarlasci fu consigliato a mutar registro e lo mutō. Salvo che con me ce l'ebbe sempre e credo che fino all'ultimo giorno della sua vita (che ho saputo fu lunga) non si dev'esser mai scordato della burla che gli si fece. Ma i maestri di calligrafia... se le meritano anche ora...
      Un giorno, venne il ghiribizzo al professor Del Carlo (si chiamava Torello ed era veramente un toro, rosso di pelo come la vacca mongana, e con certi pugni che parevano piote di bove), di chiamarmi a ripetere la parte di storia.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





Santarlasci Preside Santarlasci Del Carlo Torello