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      Era Carlo Bini mio coetaneo; di famiglia poverissima, striminzito ne' poveri panni, con un pajolino liso liso e i calzoni rattoppatelli, ossuto e magro, con due baffoni stecchiti, mi faceva l'idea che fosse un vecchio in corpo di ragazzo; li stenti e le avversità de' suoi genitori l'avevano invecchiato a quel modo. Ma che carattere nobile e disinteressato; che sentimenti delicati e dolci, austeri e pieni di decoro: dalla sua bocca non un lamento nè una parola sola che avesse potuto tradire li strazj del bisogno e della miseria; la sua mamma, il suo babbo, erano agli occhi suoi e al gentil cor bennato, come una gloriosa imagine di vecchia nobiltà.
      Eravamo gran camminatori e giocatori di pallone: prendevamo fuor di Porta Nuova; o sul gran piazzale fuori Porta di Borgo e là.... che famose partite, avevamo il bracciale come s'usa da noi, irto di punte (regalo del nonno) e sfidavamo chiunque a starci di fronte. Poi facevamo merenda; io portavo tutto; cacio, pere, salame, vino, gli avanzi (abbondantissimi) del desinare, pezzi di pollo, d'arrosto, dolce, e credo che a desinare io non mangiassi per mettere in serbo le robine per il mio buon Carlo. Secondo stagioni, s'andava a piedi a Pescia, a Pisa, a Viareggio; ma, quasi sempre, prendevamo la via delle Pizzorne, dove passavamo i giovedì e le domeniche tutto il giorno.
      Quelle alte montagne piene di castagni, que' panorami, quelle splendide vedute della valle del Serchio così amena e svariata, sempre magnifica co' su' campi coltivati che pare un giardino tutto a scacchi accomodati e lisciati dal contadino lucchese, insuperato e insuperabile fra quanti agricoltori della terra; quelle città e quei paeselli veduti da lontano e di prospettiva; quel cielo azzurro, quell'aria pura, quelle ribotte che facevamo soli soli, poi quelle mie letture del Giusti; il famoso Sant'Ambrogio, l'Amica lontana, ci facevano andare davvero in visibilio, desiderando sempre più conoscere la letteratura del nostro ricco repertorio; che a que' tempi non s'usciva dal Giusti, dal Leopardi, dal Prati e dal Manzoni.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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