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      Cos'ho ha dire? giustificazioni non ne trovo. Si è sempre ladri quando non si porta rispetto alla roba altrui; è inutile dire: - «Ma eran libri, non era mica denaro o roba che potesse pregiudicare il legittimo padrone....» - Mi sono molte volte voluto giustificare a' miei occhi delle marachelle fatte in gioventù, ma ho riconosciuto che non c'erano ragioni che tenessero. Confesserò dunque il mio delitto candidamente, consigliando tutti i giovani lettori a non commettere mai simili malefatti, per non aversene a pentir poi... ammeno che non promettono di diventar dei Danti, o dei Leopardi.
      Quando fui levato, mi chiamò e mi fece una ramanzina dandomi la chiave perchè andassi a serrar bene, diceva lui, e io ne approfittai per far man bassa anche allora, per paura che non mi dèsse più le chiavi.
      In codesto tempo mi avvenne un fatto gravissimo che messe a repentaglio l'incolumità de' miei occhi. Facevo agli amici e compagni di lezione esperimenti all'ingrande su i gas: finchè si trattò de' soliti esperimenti primitivi, tutto andò bene; ma coll'Idrogeno ci ebbi disgrazia: volevo fare la cosiddetta Lampada filosofale; preparai tutto benone, la limatura di ferro, nel fiasco con l'acqua acidulata, poi, appena il gas principiò a fermentare e staccarsi in bollicine dal metallo, senza pensare a altro e senza ravvolgere la storta con un panno bagnato, do fuoco al cannellino; uno scoppio formidabile rintronò per la casa; ne tremarono porte e finestre; del fiasco non ne rimase stizza; avevo la faccia d'un ecce homo; miriadi di puntine di vetro m'erano penetrate nelle carni; la camicia (era d'estate) tutta costellata d'aghetti e di framenti di vetro; salvai gli occhi perchè le lenti fecero loro da scudo.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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