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      Tutti dicono che la lingua spagnola è facilissima, perchè la s'impara da sè con estrema facilità; ma è un errore: anche De Amicis, mi pare lo dica. Appunto per essere un idioma tanto simile al nostro, se non si conosce profondamente s'incappa in frequentissimi errori: è così facile scambiare una lettera per un altra e rifare la la parola italiana! E poi solo noi toscani possiamo riprodurre il suono gutturale arabo della j (jota), e questo è un vantaggio sicuro per l'eccellente pronunzia d'una delle più dolci lingue del mondo.
      CAPITOLO XI.
     
     
     
      Non posso ripensare al tempo dei miei solitari e ardentissimi studi, senza rabbrividire al ricordo d'una furfanteria premeditata che me ne lasciò indelebile ricordo, avendo studiato con grande ipocrisia il piano del mio delitto perchè non potesse fallire. E delitto fu davvero, perchè mi macchiai le mani di sangue; uccisi una creatura vivente; la spellai; la tenni nascosta due giorni sotto il letto, come il più volgare malfattore e poi la trafugai per noptibus et umbra silentem gettandola in una profonda gora, quella che bagna le Mura orientali della città chiamata da' buoni lucchesi: la Cunetta.
      O senti, lettor mio se non sono un vilissimo criminale, un aberrato assassino; non ridere ti prego, perchè il rimorso mi perseguitò molto tempo dopo.
      Come credo d'aver già detto, avevamo fra le nostre ricchezze domestiche un'uccelliera piena di canarini: ve n'erano di giallognoli come la buccia del limone, di giallo rossiccio, come le arance; di verdolini e di grigi, d'incrociamento coi verdoni; insomma un centinaio di codeste bestioline graziosissime che gorgheggiavano e svolazzavano come se fosser libere, in un gabbione che pareva una stanza.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





De Amicis Mura Cunetta