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      Ogni bel gioco dura poco, - dice il proverbio - e io soggiungo che il diavolo insegna far le pentole ma non i coperchi.
      S'avvidero le oneste pinzocchere che le robe scemavano a vista d'occhi senza saper come; congiure segrete; piani strategici: assedi in ottima forma..., cattura del ladro e della refurtiva!
      Una sera mentre ero sul più bello dell'operazione (la fuga silenziosa con le tasche piene) mentre me ne sto quatto quatto proprio con una zampa sull'ultimo piolino della scala e l'altra infilata sul davanzaletto della finestrina; vedo entrare in camera la zia Elvira che se ne va a un certo strumento che gl'inglesi non vogliono che si nomi: e il Carducci lo chiama: (orinale) sto lì fermo, intirizzito rattenendo il fiato; finisce la vecchietta i suoi affari.... ma a un tratto uno scricchiolìo della scala dentro la dispensa, tradisce la situazione.
      Alza gli occhi la vecchia; mi vede; chiama la riserva; eccoti due tre; quattro vecchie, e dietro la buona Fanny facendo l'indiana!....
      Che fare? che dire? confessione leale e affannosa; «Ecco, ecco - vedete - chi era il ladro?» - «Lo dicevo io» - «Bravo il Signor professore di Fisica» « mi rallegro, signor Spagnolo».
      Bisognava scendere: cadere nelle mani del nemico armi e bagaglio, poi no: mi messi a trattar della resa con molta filosofia mordendo una mela. - «Vieni giù » - «Ci vengo se non mi picchiate» - «Ora andiamo a chiamar Policarpo...» «Chiamatelo, scendo; ma voglio l'onor delle armi».
      Le buone parole di Fanny e le risate della nonna, la vinsero sulle feroci minacce delle due nere megere.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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