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      Comunque ciò fosse, vedrete se la promessa che vi fu da parte di lui, come venne tenuta e come un giuramento pronunziato su una persona in fin di vita fosse come scritto sulla rena della riva del mare.
      Appena morta la buona nonna (che era stata veramente la mia seconda madre); rasciuttate a mala pena le lacrime; ricomposta la casa nel suo tran tran usuale, fui chiamato in libreria dal nonno che mi tenne questo ragionamento:
      - Giulio - mi disse - tu sei già grande; quest'anno prenderai la licenza; è necessario che tu divenga presto un omino, perchè tu sai benissimo che devi farti una posizione: non hai voluto fare il soldato, come voleva il babbo; sei un temperamento riottoso, e testardo; io non ti ho mai detto nulla finchè sei stato il figlio della nonna; ma oggi ti dico: pensa a te, a diventar serio e a farti veramente uomo, perchè tu non hai più nessuno per te....
      Cosa potevo rispondere fra i singhiozzi, e il pianto che mi offuscavano gli occhi? purtroppo avevo sentito anch'io che quando la bara s'era ingojata e portava via l'unica àncora di speranza che avevo, io rimanevo più abbandonato e più miserello di prima. La zia Adelina, donna angelica e soave, era ben lontana nel suo convento; Fanny aveva sposato Nando Boyer, alto impiegato delle Ferrovie Romane; in casa non era rimasto che le due citte, vecchie e più burbere che mai, e il nonno.
      Dopo un pajo di giorni si videro delle novità: entrò in casa la padrona della canina; costei si chiamava Giulia, ed era l'antica ganza del nonno; quell'amante della quale, come dissi al principio, la povera nonna era stata furiosamente gelosa.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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