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      Quanto Pan per Eco ardea,
      Tanto l'altro ognuno odiava,
      Tanto ognun l'amante odiava,
      Pari all'odio era l'amor.
      Apprendete, alme ritrose!
      Se chi v'ama non amate,
      Fia che quando amor cerchiate,
      V'odii e fuggavi ogni cor.
      Questo idillio di Mosco, tradotto da Leopardi, mi ritorna insistente alla memoria e lo voglio trascrivere qui come sugo di tutta questa mia tiritera; Luisina crebbe; di giovinetta si fece donna e madre; amò, troppo amò forse, e la sua vita, come quella di tutte le anime che troppo amano, trascorse in tempeste e dolori; ma - sono certo - che se essa avesse potuto scorgere nel cuore onesto di un giovinetto che ne aveva accolta la vezzosa imagine ideale, come in un tempio e quivi ne aveva fatta l'idolo e lo scopo della sua esistenza; sì, - ne sono certo - avrebbe affrontato le tentazioni e gli allettamenti giovanili del mondo con ben altra austerità, con più nobile intrepidezza.
      Ricca, bella, corteggiata, (oh troppo) seguì il cammino di tutte... e si perse per sempre!
      Addio illusioni del cuore e della giovinezza; addio saldo onore d'un'anima verginale; addio suprema bontà che dirigi e prepari un'esistenza onorata verso l'onore, il sapere, le nobili azioni sui campi del dovere: io sentii naufragare in me ogni miglior virtù, offuscare l'intelligenza, la volontà, l'energia.... tanto può un amore soave e puro nell'adolescenza, sul cuore schietto di un uomo che nasce ben inclinato e volto alla bontà.
      Eppure bisognava studiare e non farsi scorgere nel dolore che m'opprimeva: oh notti insonni e in assillo, ardanti agonie, funesti propositi di vendetta; pareva che il mondo fosse morto dinanzi a me!


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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