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      Il famoso Volto Santo se n'andava a poco a poco svanendo come un sogno doloroso e nero.
      M'aspettava alla stazione Nando, che m'accolse con la sua solita freddezza: era, come ho detto, il marito della zia Fanny. Come e perchè lo avesse sposato restò sempre un mistero: mezzo tisicuzzo, su due gambine magre e debolucce. Elegantissimo e irreprensibile ne' vestiti sempre di moda e sempre attillati; vago di porre un fiorellino all'occhiello, impomatato e profumato (si spiaccicava i capelli sulle tempie) parlava con sussiego dottorale che lo faceva essere antipatico, senza che si potesse trovar mai niente a ridire: insomma era un pedante, un dandy striminzito e male in gamba; uno spirito prepotente e agro di cui la povera Fanny non ebbe troppo a lodarsi durante la lunga unione. Carattere nervoso e nevrastenico come oggi si dice, atrabiliare all'ultimo grado, non stava cinque minuti d'accordo con nessuno. Lo compativano tutti, e gli menavan buono ogni cosa più che altro per l'umore angelico di Fanny che accoppiava a una maravigliosa bellezza, una bontà tranquilla e soave.
      La poverina era stata maritata a codesto sgorbio ringalluzzito proprio per forza; da fanciulla si era innamorata d'un bel giovine, l'ing. Rigacci che al talento di filosofo univa cuore e la mente di poeta; il padre della giovine, nonno Policarpo, non acconsentì al pateracchio.... e la figliola rimase come un fiorellino sfiorito perchè un anno dopo il Rigacci lasciò Lucca giurando di non volerci mai più rimetter piede.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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