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      Abitavamo la stessa casa in due stanzette separate: era il mio compagno e, quasi direi, la mia guida, il fratel mio.... Lo aspettavo, la sera tardi, perchè spesso quella birba scordava la chiave di casa! e sarebbe rimasto fuori costretto a dormire à la belle étoile. Era per me un piacere aspettarlo, mentre studiavo nella mia cameretta, e tiravo giù (perchè purtroppo mi s'era svegliato il prurito de' belari in rima) versi zoppi.....
      Una sera, passano le 9, passano le 10, passano le 11..... Sandro non viene: vado alla finestra (ho già detto che abitavo fuori di Porta Camallia verso la campagna); mi metto a contar le stelle; mi estasio nella contemplazione delle bellissime costellazioni che brillavano come topazi e smeraldi nel folto della notte, al canto malinconico dei grilli, vedo Fiedebaràn, o occhio del Toro; la magnifica Orione con le sue quattro fiammeggianti agli angoli, Rigel e Betelgeuse: Sirio che gli sta in basso, Capella un po' più in alto, formando una losanga maravigliosa di luce argentea brillantissima; cerco con l'occhio un pò sotto le tre del bel Cinto d'Orione, la magnifica Nebulosa.... e m'addormento con la testa sulle braccia e il corpo appoggiato, al davanzale della finestra.
      Quanto tempo ci sarò stato? un'ora, due, cinque? Chi lo sa: mi destai, rabbrividendo, di molto tardi, alla nota voce di Sandro che, avvicinandosi alla strada, mi ha veduto a quel modo... Il giorno dopo mi raccolsero mezzo morto in ufficio come ho raccontato.
      Ecco la scusa dunque: le febbri! e le febbri vennero infatti a tagliar corto a tutte le dicerie.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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