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      Nelle nostre ore di libertà ci riunivamo noi tre; Alberto, Ernesto ed io, a bevere e a filosofeggiare. La vecchia ostessa ci portava un fiaschetto per uno, d'un liquore che io non saprei veramente se dovrei chiamarlo elisir di lunga vita o tocca e sana tutti i mali! Che giulebbe, che vino, che rosolio maraviglioso: io dicevo che quello era il famoso vino che aveva fatto inebriare Noè quel famoso giorno che, piantava la vigna e placidamente addormentatosi, mostrò qualcosellina al sole, che non andava mostrato affatto e che fece scattar dalle risa Jafet che cacciato dal bravo Noè, quando si svegliò, andò a stabilir la sua nera razza nell'Africa tenebrosa.
      Bruschi pizzicava di filosofia, e io lo stuzzicavo amabilmente a intavolare famose discussioni nelle quali ci accapigliavamo come sparvieri. Nel campo della fisica e della chimica; in quello della geologia e della fisiologia; nella biologia e nella logica; nell'astronomia e nell'etica, io avevo dei magazzini - per dir così - pieni zeppi di dimostrazioni bell'e fatte, e di sagaci raziocinj per battere in breccia, con formidabili catapulte sperimentali, le sue tele di regno della metafisica che gli provavo non potevano reggersi oramai più perchè appoggiate su basi di nebbia che dopo le opere magistrali di Kant, di Schopenhauer, di Darwin e di Spencer; erano cadute come torri di sabbia, non rimanendone in piedi che le impalcature, scheletri informi che dovevano cadere presto sotto il piccone del razionalismo.
      Fino da quando - gli dicevo io - Schopenhauer in Germania contribuì con la sua opera immortale: «Il Mondo come Volontà e Rappresentazione» (Der welt als wille und vostehung) (?) a emancipare il pensiero filosofico della metafisica, gettando al suolo i falsi idoli Hegel, Schleiermacher, Fichte; l'unico che sia rimasto su è Kant con la sua «Critica della Ragion Pura» - padre naturale del pensiero contemporaneo, fiume maestoso, le cui sorgenti traggono alimento da una parte al Criticismo, dall'altra allo Sperimentalismo scientifico.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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