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      Otto giorni dopo questa, per me, indimenticabile scena, i giornali di Napoli e di Roma recavano la notizia che due giovani amanti - una signorina russa e un pittore polacco - s'erano uccisi in una povera cameruccia d'affitto a Mergellina.
     
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      Ho detto nelle pagine precedenti, com'ero ben trattato da tutti gli amici della trattoria dei «Sette Colli;» e che solamente una volta un amico, per troppo affetto verso di me mi consigliò d'andar con lui in un'altra parte dove, diceva, si pagava meno e mangiava a quattro ganasce. Volli tentare, dunque; ma ebbi a pentirmi amaramente, del torto che - senza ragione davvero - io facevo alla buona Sora Nena, che tanti saporiti bocconi metteva in serbo per l'amico ferroviere.
      C'era nel '70 (e forse chi sa che non ci sia ancora), vicino a Fontana di Trevi un vicolaccio, con due o tre bottegucce di poveri mercantelli. Costì, in un canto della straduccia, una taverna sporca e nera s'apriva al pubblico la mattina alle sette e si chiudeva a mezzanotte. Ci s'entrava scendendo due o tre scalini sudici e unti e, appena messo piede in un camerone pieno di fumo e di fumatori si poteva giudicare che specie d'antro di cacco egli fosse: nuvoli di mosche volavano e cascavano in quel buio pesto. C'erano due o tre tavolinacci, su cui certe tovaglie zuccherose erano stese più per figura che per altro, intorno ai quali stavano sedute quindici o venti persone mangiando, bevendo e giocando.
      Piatti e scodelle sordide, fesse e scrostate ruzzolavano dalle mani dello sguattero che tutt'untume e sbrèndoli girava di qui e di là portando piatti pieni e vòti, fogliette e quinti di vino, pane, le pietanze, frutta, e ricevendo ordini e gridando con quanta voce aveva in canna: «spaghetti al sugo» «una manzo con patate», «Due miste supplì» e l'acciottolìo de' piatti che un altro sguattero più lercio del primo spisciolava in un catino orrido e fetente si mescolavano alle voci de' giocatori, le bestemmie, le parole volgari di una gran caterva di buon temponi che facevano costì di notte giorno.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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