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      Paragonavo Margherita con la spirituale Virginia, e il confronto ne era strano e terribile: Virginia possedeva un intelletto superiore, uno spirito idealista che tutto abbelliva con un profondo disdegno e con una padronanza assoluta del cuore umano; Margherita era calma e tranquilla; Virginia, impetuosa e instabile; sulla fronte di Margherita, una continua luce di serenità e di pazienza; Virginia aveva a volte nelle ciglia, la furia del mare e le sue tempeste, la dolce calma dei placidi tramonti, gl'impetuosi assalti dello scomposto uragano; sorrisi, e lacrime, il delirio e la malinconia, gli scatti terribili d'un carattere collerico e cattivo, l'angelica remissione della creatura santa; Margherita era invece una dolce acqua lacustre; appena appena increspata dal soffio d'una lievissima brezza; la stessa monotonia del carattere buono, remissivo e costante, pareva che avessero impresso al portamento un non so che di grave e ponderato consono al volto sempre tranquillo e sereno.
      Se Virginia era un vero talento e possedeva una geniale vena poetica, Margherita aveva in cambio un'istruzione raffinata e sostanziosa: le lingue, il disegno, la musica, formavano le passioni predilette di Virginia: Margherita amava la musica sacra e in quella trovava una fonte d'emozioni sconosciute alla sorella maggiore. Odiava la letteratura francese, che tanta corruzione ha infiltrato nel mondo con le sue sciocche, febbrili, scomposte novelle; Virginia viveva invece, di quelle finzioni malsane; e, temo, fermamente temo, che il suo carattere (che forse avrebbe avuto ugual colorito di quello di Margherita), si sciupasse per sempre dal lento veleno che Dumas, Flaubert, Zola, Daudet, Maupassant, Bourget e cento e cento altri di quella scuola cosidetta «Verista» che - lo ripeto, - ha pervertito i cuori, falsato i caratteri, sciupata l'arte delle buone lettere.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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