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      Il generale presentò il suo «sogno» al Parlamento; ricordò i grandi lavori concepiti dagli uomini nelle antichità e ne' tempi moderni; il gran canale del Tamigi lungo quattrocento kilom. che passa dinanzi Oxford, Abingdon, Henley, Marlow, Windsor, Eton, Hampton, Kingston, bagna Richmond, passa sotto tredici ponti di Londra, accessibile ai più grandi navigli del mondo; l'Istmo di Suez, che fino dal '69 separa il mar Mediterraneo e il Mar Rosso e pone in comunicazione l'Europa, l'Africa e l'Asia per una lunghezza di centosessantadue Kilometri; - l'altro canale inglese del Glen More, che mette in comunicazione il mar del Nord e il mare delle Ebridi, senza recare gli esempi della civiltà moderna, non avevano gli egiziani stessi cercato di formare l'unione del Nilo al mar Rosso passando dal lago Timsah, canale iniziato seicento anni avanti Cristo dal faraone Nechro e continuato da Dario e terminato da Tolomeo II.
      Nessuno però capì l'ardito sogno e nessuno volle prestare quell'ausilio che sarebbe stato necessario: Vittorio lo incoraggiò, ma le Camere lasciaron cadere quel superbo progetto che oggi (1914), è stato ripreso dall'ing. Paolo Orlando, (figlio di Luigi, celebre Armaiuolo di Cavour, fondatore del Cantiere di Livorno).
      Nel riandare a quei giorni, in parte lieti, in parte malinconici, della mia vita, insiste alla memoria il tipo più curioso di Capo-ufficio che io abbia mai avuto nei miei sedici anni di schiavitù, sofferto nel duro e ferreo giogo delle rotaie; era un ometto alto come un misirizzi, - romano de Roma, striminzito nella sua giacchettina di pover'omo, con un naso aquilino a gobba, la quale sosteneva a cavalcioni, appena appena, le lentine a cordoncino; mento fine, che s'allungava dal viso; una bocca stretta e labbra sottili, a mala pena ombreggiate da due baffi corti e a punta; fumava eternamente - il rospo, - e guardava in tralice con uno sguardo freddo che pareva una lama di coltello: ridicchiava sempre con un riso stridulo, e tentennando la maliziosa testa, guardando sempre in terra, mai in faccia, e fingeva d'essere amico di tutti, buscherandoci poi, sotto sotto, con multe e falsi rapporti.


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La vita di Giulio Pane
di Giulio Tanini
Tipogr. Waser Genova
1922 pagine 497

   





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