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      Come non amarti cosí? Sei tu che mi hai ridonato alla vita; tu che mi hai restituito la salute, la forza, la gioia, la gioventú, il coraggio. Tutto ciò che io sarò, lo dovrò a te, senza di te io sarei stato piú nulla. Tu mi hai tenuto luogo di madre, di sorella, di amica, di patria - sí, anche di patria, poiché è per amor tuo che adoro cotesto angolo di terra; - tu sei stata, tu sei ancora il mio mondo, tu lo sarai sempre. Dovessi tu ripudiarmi, respingermi, io sento che non potrei mai disconoscere questo debito, né ribellarmi alla santità di questa memoria.
      E ti dico ciò perché tu sappia fino a qual punto puoi calcolare sul mio affetto, fino a qual punto sulla mia gratitudine.
      Ascolta ora il mio giuramento. Io non vivrò che di te, che per te; dimenticherò che vi sono al mondo altre creature, sarò onesto per essere degno del tuo amore. Eleverò questo affetto fino al culto di una religione. Ogni sera mi raccoglierò per pensare a te, ogni quindici giorni verrò a vederti. La distanza che ci separa non è sí grande da rendermelo impossibile. Il nostro santuario - quella stanzetta ove fummo tanto felici - è ancor nostro, ne ho meco le chiavi: non vi saranno piú i nostri fiori, i nostri uccelli che ho lasciato volar via; ma vi ritroveremo ancora noi stessi, le nostre gioie, la nostra felicità, il nostro entusiasmo, i nostri cuori ardenti e immutabili. Potremo essere ancora felici, o mia buona Clara, potremo essere ancora felici!
      Ed ora, addio. Non por mente al disordine delle mie idee, perché la mia testa è quasi perduta.


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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213

   





Clara