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      Prevedeva che quella donna si sarebbe posta fra me e la mia felicità, avrebbe attraversato il mio avvenire. Non sapeva immaginare le ragioni di questo timore, ma il cuore me lo diceva, né il mio cuore mi aveva mai ingannato.
      Cercai in quella notte di prendere una risoluzione pronta ed efficace, di fuggirla, di essere crudele. Ma Dio mio! Come potevo io essere crudele? Io non era mai stato nella mia vita che semplice, che affettuoso, che buono!
     
      XVIII
     
      V'era però un mezzo ben certo di rendere impossibile ogni altro legame, e di distruggere quello che avevamo già contratto - evitare di trovarmi solo con lei. Fuggirla era follia; l'avessi pur potuto, non l'avrei dovuto; tale estremo era inopportuno, né ella il meritava, né suo cugino ci sarebbe passato sopra senza volerne sapere le cause.
      Ella avrebbe potuto leggere nell'anima mia il pentimento che io sentiva di quel primo abbandono, e la risoluzione decisa di dimenticarlo; il mio contegno doveva essere sufficiente a ciò, né il suo orgoglio le avrebbe permesso di chiedermene una spiegazione.
      Riuscii per alcuni giorni ad evitare di trovarci soli - cosa che non ebbe a costarmi poca fatica, perché ella, dal canto suo, poneva in opera ogni strattagemma possibile per ottenere uno scopo contrario. Aveva ella indovinato le mie intenzioni? Non lo lasciava apparire. Forse ad arte, giacché in tal caso il suo amor proprio le avrebbe dovuto imporre la stessa severità di contegno a mio riguardo.
      Non era piú stata malata, né aveva lasciato passare una sola occasione per vedermi.


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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213

   





Dio