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      Entusiasmi svaniti per sempre, inganni, errori, illusioni - unico vero, unica grandezza della vita - egli è da gran tempo che io vi ho perduti; né ritrovo oggi tampoco le traccie delle vostre rovine, o un eco delle vostre gioie per rammentarvi e per piangervi.
      Se avessi esitato ancora qualche istante ad entrare nella camera di Fosca, non vi sarei andato piú; me ne sarebbe venuto meno il coraggio. Vi entrai risoluto.
      Al lieve rumore dell'uscio trasalí, e rivolse il capo dalla mia parte.
      - Son io, Giorgio, non temete.
      - Oh mio Dio! oh mio Dio!
      E si coprí il volto con un lembo del lenzuolo. Singhiozzava cosí coperta e fremeva.
      Mi sedetti al suo capezzale, e mi guardai dintorno. La stanza era piena di fiori, il letto era bianco come neve, e pareva tutto di pizzo, una lampada posta in un angolo emanava una luce debole, ma chiara e trasparente come luce di notte lunata. L'amore avrebbe trovato là il suo tempio.
      Si scoperse il volto ad un tratto, mi guardò a lungo con espressione di affetto ineffabile, poi mi disse:
      - Sapeva che sareste venuto.
      Vidi lucere una lacrima sui di lei occhi, e mi sforzai a sorriderle. Levò un braccio di sotto le coltri, io le porsi una mano che si portò alle labbra e baciò convulsivamente.
      - Si fanno tali follie prima di morire - diss'ella.
      - Non pensate a morire.
      - Dacché siete qui non ci penso piú, sono guarita. Mi perdonate di avervi pregato di venire?
      - Non vi perdono però di averlo fatto sí tardi.
      - Oh Giorgio! - esclamò ella con aria di gratitudine e di rimprovero - io leggo nel vostro cuore.


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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213

   





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