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      Morire alla sera non deve esser per metà sí doloroso. Ma non parliamo di questo, io amo la vita, Giorgio, io l'amo in qualunque momento; io sono felice.
      Sono rientrata perché spira un'aria acuta, frizzante, e non ho indosso che una camiciuola sottile quanto una ragna. Se vedessi gl'inchini che si fanno i miei fiori sotto le carezze di questo venticello balsamico! Vi sono certe formiche colle ali che vanno su e giú per uno stelo di geranio, con una furia, con una premura da non dirsi. Vanno, tornano, s'incontrano, ripartono, tornano ad incontrarsi... che faccende sono mai le loro? che affari le occupano? Qual è lo scopo di questo strano lavorio? La gente che va e viene sulla strada quanto è lungo il giorno, e che io guardo spesso dal mio balcone, mi fa lo stesso effetto.
      Io rido sovente di queste loro preoccupazioni. Io domando a me stessa: "Quella gente amano?". Tutto il resto mi par vano.
      Vedi questa farfalluccia? Ho voluto mandartela; ronzava già da un'ora attorno al mio lume allorché io sono andata sul balcone. Ne l'aveva cacciata mille volte colla mano. Ora tornando l'ho trovata qui agonizzante. Ha urtato nella fiammella ed è caduta sulla carta con un'ala bruciata. Sarei pur curiosa di sapere il segreto di questa attrazione che la luce esercita sugl'insetti alati. Amano la luce e muoiono di quest'amore. Che cosa sublime! Ma veramente... quando si hanno delle ali, come non amare la luce e l'azzurro? Hai mai osservato? Le farfalle sono molto migliori di noi. Quando si abbracciano muoiono.


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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213

   





Giorgio