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      Non avendo potuto alzarmi, mandai pel medico.
      - Era cosa da aspettarsi, - mi diss'egli - vi vedevo deperire ogni giorno, e voleva avvertirvene. Me ne astenni sempre perché mi sentiva un poco imbarazzato a farvi questa confidenza, e perché speravo che un giorno o l'altro avreste trovato modo voi stesso di troncare quella relazione. Ora non posso farne a meno. Bisogna che lasciate quella donna ad ogni costo; siete troppo sensibile.
      - Credete che ella ne morrebbe?
      - Non è cosa da potersi prevedere. Ad ogni modo voi non fareste che affrettarle di poco una crisi vicina, inevitabile. Capirete che è questione assai delicata; io non posso dirvi: "Fate questo, fate quello", posso avvertirvi di un pericolo, ecco tutto; è a ciò che si limita il mio mandato. La vostra malattia attuale è cosa di cui guarirete in otto giorni; siete sano, e potete trionfarne, potete farvi robusto; ma i germi del male li avete già in voi, trascurateli, e non sarete piú in tempo. Vi ammalerete in piedi, vi consumerete senza avvedervene; alla vostra età, colla vostra costituzione, colla vostra indole, si muore in questo modo. Non avete nessun altro dispiacere?
      - Nessun altro.
      Stette un momento silenzioso, poi riprese:
      - Pensateci, bisogna che scegliate fra la vostra vita e la sua; o voi o lei, questo è il dilemma, io mi limito a formularvelo.
      Mi prescrisse alcune medicine, ed uscí dicendo sarebbe ritornato assai presto.
      Passai tutto quel giorno in una profonda malinconia; v'era fuori un gran vento, piovigginava; io guardava le gocce di pioggia stillare giú per i vetri, e le ventole dei tetti girare da un lato e dall'altro cigolando.


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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213