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      Abbi anche tu compassione di me!
      Tornai a sedermi, e mi celai il volto fra le mani, per nascondere le lacrime che la pietà di lei, che il dispetto della mia fortuna mi avevano richiamato sugli occhi.
      Stemmo qualche momento senza parlare. Fosca si accorse che io piangeva.
      - Tu piangi, - mi diss'ella - oh mio Dio!
      Si lasciò cadere dalla sedia, e mi tese le braccia supplichevole.
      - Non piangere, non piangere. Sono un'egoista, una miserabile. Lo so che ti rendo infelice, e non ho la forza di rinunciare a te, non lo posso, ecco la mia sciagura piú grande... Oh perdonami, perdonami! Se tu vedessi nell'anima mia! Se tu sapessi come ti amo, come mi sei necessario! Fa' tutto ciò che vuoi di me, sarò la tua serva, la tua schiava, ma non mi sfuggire, non mi abbandonare. Non potrei stare quaranta giorni senza vederti, sarebbe impossibile, morrei disperata. Ritorna, ritorna. Tu lo vedi. Io morirò assai presto, sento la morte dentro di me; ancora un istante e sarai libero. Tu sei giovane, tu sei bello, hai salute, hai talento, la vita ti sorride, il mondo è tuo, la felicità che ti attende è lunga; sacrificati ancora un momento per me; quando sarò morta, considererai questa sventura come un istante di amarezza nelle lunghe ore di gioia che avrai goduto, mi ricorderai forse con delle lacrime. Non mi parlare di doveri, di ragione, io non ho piú ragione, non ho piú coscienza di doveri; non esigere da me ciò che non è piú possibile ottenere; io ti amo, ecco tutto ciò che so dirti. Abbi carità. Ritornerai?


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Fosca
di Igino Ugo Tarchetti
pagine 213

   





Dio