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      I loro visi poi non erano tali da inspirare miglior confidenza, perocchè oltre la pelle incallita e bruna, e la fronte rugosa o aggrottata, la lunga barba che ingombrava loro metà della faccia, e a taluni scendeva fino sul petto, accresceva terrore a quelle fisonomie naturalmente sinistre. Questo della barba era un costume universale in quel tempo, e tutti la lasciavano crescere, i soldati specialmente, nel cui numero potevano essere compresi i canattieri. Essi adunque stavano quale seduto sopra le panche, quale sdrajato sulla tavola medesima, e di tanto in tanto cacciavano le dita dentro alla pentola e cavavano una manata di quel bollito, che sgocciolava poi sulle barbe e sui berretti. Già allora non badavasi tanto per sottile al modo di star a tavola, e quei birbi poi pensavano, non senza qualche ragione, che se la natura gli aveva forniti di due buone mani, ciò era per qualche cosa; e in quella guisa che servivano a sgozzare un cinghiale, ad abbracciare una bella femmina, a vuotare le case altrui, potevano benissimo tener luogo di cucchiajo e di forchetta,
      - Ohe! sclamò uno di costoro, dopo aver rimestato buona pezza nella pentola, compari mici, siamo già al fondo. E a dire che non sono due minuti che vi stiamo intorno. Che santa Lucia conservi la vista a ciascuno di noi; che quanto all'appetito non c'è bisogno di ajuto divino.
      - Bel modo invero di saziar questo appetito, soggiunse un altro. Quattro castagne non più grandi di un pisello, cotte in un vino che, se fosse benedetto, farebbe fuggire il diavolo.


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La cà dei cani. Cronaca milanese del secolo 14.
cavata da un manoscritto di un canattiere di Barnabo Visconti
di Carlo Tenca
Editore Borroni e Scotti Milano
1854 pagine 168

   





Lucia