Pagina (139/168)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E Tonio intanto? Tonio appena la Cecilia era condotta via dallo Scannapecore, fu preso in mezzo dallo Sciancato e dallo Scortica, ai quali bastò un'occhiata del compagno per sapere che cosa ne dovessero fare. Pertanto cominciarono a condurlo giù nel cortile, facendolo passare per un gran salotto nel quale, oltre a molti ordigni da caccia, vedevansi disposti i tormenti a dozzine: poi lo trassero dov'erano lasciati vagare i cani, che alla voce de' canattieri aizzavansi, s'ergevano sulle zampe, abbajavano sordamente, scambiettavano fra le gambe del garzone, e ad ogni istante facevano l'atto di saltargli al viso. Nel salotto aveva già provato uno spavento grandissimo, perchè lo Sciancato, il quale pigliava un gusto matto dei lazzi di Tonio, l'aveva condotto davanti al sito in cui davasi la corda, ed aveva fatto mostra di adattarla alla persona del garzone, il che fece cadere in ginocchio quello sgraziato, e lo indusse a chieder mercè, con sì goffo piagnisteo, che i canattieri ne sganasciarono dalle risa. Figuratevi poi nel cortile in mezzo a quel subbuglio di cani che gli aggiravano intorno, mostrando i denti, e latrando in modo tutt'altro che piacevole. Il poveretto affannavasi tutto nell'evitare or questo or quel mastino, e saltava a piè pari, e raccosciavasi sulla persona, poi tiravasi presso la parete e si faceva lungo lungo quasi per occupare minore spazio, e intanto dalla fronte gli piovevano grosse goccie di sudore, che miste alle lagrime gli sgocciolavano giù per le guance.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La cà dei cani. Cronaca milanese del secolo 14.
cavata da un manoscritto di un canattiere di Barnabo Visconti
di Carlo Tenca
Editore Borroni e Scotti Milano
1854 pagine 168

   





Tonio Cecilia Scannapecore Sciancato Scortica Sciancato Tonio