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      Il popolo dirigevasi dalla famiglia Torriani, ed i nobili dai Visconti. Sì gli uni che gli altri lottavano aspramente fra loro, ed ingannandosi vicendevolmente disputavansi a vicenda il principato a scapito della libertà.
      La celebre battaglia data da Ottone Visconti, arcivescovo di Milano, ai Torriani, a Desio, decise del loro destino, ed i Visconti, ora con simulazione, ora con promesse, trassero il popolo milanese a dura servitù, e posero sotto un nuovo tirannico giogo i nostri padri.
      Non si può non rabbrividire scorrendo la storia dei Visconti nel leggere le loro avanie, le crudeltà di Luchino(10), di Barnabò(11) e di Galeazzo suo fratello, la perfidia di Gian Galeazzo e di Filippo Maria. Se si volesse ricercare tra loro un'ombra di virtù, ben ci sarebbe malagevole, e non avremmo che a correre tra i rivi di sangue d'uomini onesti ed innocenti, fra l'ombra inspirata di una sorda e tirannica politica, e fra le grida dello sventurato popolo oppresso, e a tal segno conculcato da non essergli talvolta permesso di mostrare le sue piaghe, non che di risanarle. In tempi così luttuosi parve che Dio stesso si servisse del braccio di questi despoti per fargli piovere sopra di lui peste, fame, guerre e ruine, e tutti in somma i flagelli dello sdegno celeste e delle umane passioni. Tali furono mai sempre le conseguenze d'una spirata libertà(12).
      In Filippo Maria spenta rimase la famiglia dinastica Visconti sebbene altre linee naturali vivessero ancora in Milano, alcune delle quali continuano anche a' giorni nostri.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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