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      E tutto questo e di peggio noi soffrimmo per tanti anni, soffrimmo l'onta che ce ne gravava in faccia a noi stessi, in faccia all'Europa: tutto soffrimmo col coraggio della pazienza, procacciando a grande studio che in noi non si spegnesse la favilla del sentimento nazionale. Poco aspettavamo, nulla desideravamo dal Governo austriaco; ma ci ratteneva l'idea della terribile responsabilità che ci saremmo addossata, gettando forse prematuramente, in mezzo all'Europa la gran quistione della nostra indipendenza. I moti del 1821 e del 1830 ci agitarono, ci scossero nel profondo, e il grido che uscì pel mondo delle crudeli torture di Spielberg, annunciò quanti nobili ingegni, quante anime ardenti avessero fra noi giurato sin d'allora di sacrificarsi alla causa nazionale. Tuttavia il paese intero continuò nella sua longanimità, nella sua perpetua, ma tacita protesta contro il Governo austriaco, e mostrò d'essere deliberato ad aspettare sino a quel giorno, in cui fosse colma la misura delle sue oppressioni e della nostra pazienza.
      E quel giorno venne. Alla voce del gran Pontefice che Dio suscitò per la salute d'Italia, per l'affrancamento di tutte le genti cristiane, noi ci sentimmo rinfiammati di tutti i nostri cittadini affetti; noi ci sentimmo più che mai Italiani. Fattici del suo nome il simbolo delle nostre speranze, de' nostri intenti, cominciammo ad effondere gli animi nostri da sì gran tempo compressi, a manifestare il nostro sentimento nazionale con un tributo unanime d'ammirazione, di gratitudine, d'amore a Pio IX. Ed ecco il Governo austriaco spiegar tutto l'apparato della sua forza per impedire che ci mostrassimo Cattolici ed Italiani, per farci complici quasi del suo odioso attentato di Ferrara: eccolo rompere ogni freno alla cieca e crudele ira sua, e sull'inerme popolo milanese, festeggiante nel nome di Pio IX l'ingresso nella sede del suo novello Arcivescovo, sguinzagliare i suoi sgherri, i suoi soldati trasformati in sgherri, e imbrattare di sangue incolpevole le piazze e le vie.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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