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      Il cuore commosso non può che ammirare ed esultare; e la parola non vale a tener dietro al volo del pensiero che s'infiamma per essa di nuove ed inusate speranze. L'Eroismo ha le sue ebbrezze come la gioja; e noi nel tumulto concitato degli effetti, mal sapremo trovare adesso la calma dello scrittore che dipinge e che narra. Crediamo anzi che nessuna parola varrebbe a descrivere l'aspetto di questa grande Crociata Nazionale, di questo piano Lombardo, gremito di città e di borgate in armi, vigilanti alla difesa come ardite all'assalto, munite da mille e mille barricate sorte come per incanto, di questo piano, in cui ogni casa è una torre ed ogni petto d'uomo un baluardo inespugnabile. Crediamo che nulla sia atto a render imagine di questo insorgere unanime di popoli che riconquistano la propria indipendenza, di questo magnanimo conflitto d'una moltitudine incomposta, impreparata e quasi inerme contro un esercito agguerrito e numeroso che stette così a lungo fra noi, oppressore e spauracchio de' principi e dei popoli italiani. La fantasia più imaginosa s'annienta davanti alla grandezza del fatto; nè si può far altro che adorare la Provvidenza redentrice delle nazioni che sanno sperare e volere.
      Ma ritorno al mio assunto. A mezzo giorno l'allarme s'era fatto generale. Il maresciallo Radetzky uscendo dalla casa Cagnola in compagnia del generale Wallmoden, di altri tre generali e di diversi officiali vide chiudersi le porte, le botteghe, le gelosie delle finestre e tutta la gente in moto.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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