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      Domanda la ragione di questo scompiglio e gli viene risposto esservi la rivoluzione a Porta Renza. Compreso di maraviglia e di dispetto, il Maresciallo rientra nella casa Cagnola, e poco dopo n'esce il generale Wallmoden a cavallo con altri dello Stato Maggiore, avviandosi verso il castello. Circa mezz'ora dopo le truppe Austriache cominciarono a disporsi sulla piazza del castello in vari corpi separati. Di tratto in tratto qualche colpo di moschetto caricato a polvere serviva a tenere all'erta la milizia presidiata in castello(25). Quindi un nerbo di soldati si portò ad occupare i punti principali della città. - Nove ussari uscendo dal portone di Piazza Mercanti e percorrendo la contrada di Pescheria Vecchia, furono salutati a fischi. Il caporale a briglia sciolta e a sciabola sguainata, cominciò a correre la via e ferì un cittadino nella spalla. Gli altri soldati seguitarono il caporale a lento trotto sino al Campo Santo. Una scarica di archibugi venuta dalle finestre ne uccise due e cinque ne ferì. Mezz'ora dopo dieci gendarmi seguendo la stessa via, non conosciuti, furono ricevuti con una grandine di pietre. Ma quando un prete dal balcone battendo le mani, gridava: No, no, sono Italiani: viva la Gendarmeria italiana, furono rispettati e poterono passare, senz'essere offesi, alla Corte(26).
      I cacciatori Diegher verso le ore due e mezzo si portarono all'arcivescovato preceduti dai loro zappatori. Questi a colpi di scure sfondarono il portello del cortile de' Monsignori, quindi atterrarono la porta che dallo stesso cortile mette alla strada sotterranea che conduce al campanile, e così rompendo tutte le porte sino all'ultima giunsero ad impossessarsi dello spianato superiore del Duomo, da dove fecero lungo la giornata varie scariche sopra quelli che, o inscientemente, o imprudentemente, passavano per la piazza del Duomo; ma le barbare insidie loro non costaron la vita che di un solo cittadino.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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