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      Il cittadino Uboldo accondiscese volentieri a voler distribuire le armi da fuoco e da taglio meglio servibili. Ed oh quanto sacrificio gli dovea costare la sua generosità! Ma il popolo non contento penetra nei corritoi, nelle sale, ed ovunque s'impossessa delle lance, spade, spadoni, pugnali, brandistocchi delle più scelte fabbriche di Milano dei secoli XIV e XV, sciabole moderne con intarsiature a pietre preziose d'ogni nazione, kangiar, archibugi, stutzen, pistole, ec., strumenti di valore inestimabile del numero di circa 350 pezzi, dei quali fino ad ora non arrivò a riacquistare la cinquantesima parte! Fra le armi moderne, molte, consistenti in sciabole, squadroni, spade, giberne, ed un cannone con carro completo, appartennero al cessato governo Napoleonico. In questa specie di saccheggio ebbe pure a soffrire altri guasti di diversi mobili preziosi, e tra questi un tavolo con pietra agata fu rovesciato a terra e spezzato. Vollero inoltre i saccheggianti munizione per le armi da fuoco, ed anche in questo furono fatti contenti dalla generosità dello stesso signore. In mezzo alla sala maggiore eravi un trofeo formato di diverse lance colla tiara ed altri emblemi pontificj, che venne miracolosamente rispettato(33).
      Anche il cittadino Merelli, impresario dei grandi teatri alla Scala e Canobbiana, aprì a chi era privo d'armi la poca armeria del teatro, consistente in ischioppi vecchi, molti dei quali inservibili, ed in lance e spade per l'uso della scena e dei mimi, che nelle mani degli ardenti cittadini diventarono brandi d'eroi.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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