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      «Appena fatto chiaro il lunedì 20 marzo, molti della contrada S. Margherita fecero occhiolino dalle imposte spiando cautamente lungo la via, e non veggendo alcun poliziotto, e non scorgendo alcun soldato, si fecer coraggio ad allungare il capo fuori dalle finestre, e non conoscendosi assaliti nè minacciati da armi da fuoco, si azzardarono a farsi brevi domande e brevi risposte coi vicini di contro. Sono andati, pare? - Indietro, potrebbero essere in agguato!! - Che vi possa essere un tradimento? - Sono Tedeschi! - Ei Pietro, Rosina, indietro, vi è un tradimento. - Ma un coraggioso che venia ornato di coccarda e munito di bastone dalla Piazza dei Mercanti, annunziando che le Piazze del Duomo e dei Mercanti eran vuote, fece sorgere un cicalio, una gioja, un coraggio da non dire. Giù dalle scale, fuori dalle porte, eccoti non pochi correre all'ingresso del covacciolo del lupo. Ma.... e se vi è un tradimento?.... Un giovane dello speziale di fianco all'abbandonata Polizia, si fa animo, entra inerme....Ritorna poco dopo recando un fucile ed una giberna dei fuggiti Poliziotti: allora non vi fu più freno; il correre, l'entrare, l'escire, chi con uno schioppo, chi con una sciabola, chi con una accetta, chi con un piccone, chi con una pentola, chi con un secchio, chi con una cazzeruola, chi con una montura da poliziotto fu un punto solo; i portanti le prime corsero diffilati nelle vicine contrade a chiamar gente, onde vengano ad armarsi: chi recava le seconde, ed erano robe del custode delle carceri, le gettano per terra, le calpestano, le stracciano, le fracassano.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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