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      Costui risponde che stava parlando col Maresciallo; ma le guardie civiche non fidandosi di queste parole, trattennero il soldato di Polizia, rimandando gli altri soldati a prendere il Prete, intimando loro che se non ritornavano presto avrebbero fatto a brani il Poliziotto. Il Prete ritorna poco dopo dimenando il capo e gridando al consiglier Decio, che lo stava aspettando: siamo traditi! Ed il fatto non anḍ a lungo a verificarsi, mentre poco dopo i soldati ripresero le ostilità, e le moschettate ed i colpi di spingarda ripresero il loro corso(45).
      Atroce caso successe nella casa di certo signor Torelli, verso S. Marco, nella quale tenevasi osteria. Gli Austriaci sforzarono la porta, ed entrati uccisero il cuoco ed altre tre persone dopo averle martirizzate in ogni foggia; poi arrostiti vivi due bambini, e cacciata nel ventre ad una donna incinta a varie riprese la bajonetta, diedero fuoco alla casa e quindi si ritirarono nel palazzo del General Comando.
      Porta Ticinese. La caserma dei Poliziotti a S. Bernardino alle Monache cedette al valore de' nostri, che dopo accanita pugna giunsero ad incendiar la porta esposti ad una pioggia di moschetteria. Solo il picchetto che trovavasi a S. Simone in guardia della Polizia, dopo di avere spiegata una bandiera bianca in segno di pace, colse il popolo festante sotto le finestre, e quindi i traditori scaricarono contro i loro fucili, per modo che de' nostri, due restarono morti ed uno ferito. Coś infame tradimento, invece di avvilire, accrebbe il coraggio dei cittadini che si portarono sin sotto alle finestre, ed ivi bersagliando que' tristi, li costrinse cedere al loro valore.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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