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      Nello stesso tempo i nostri bersaglieri tormentavano i soldati coi loro colpi mortali, nè più osavano molestarci apertamente, ma solo dietro gli alberi, o dalle barricate del Dazio, e della casa Tragella. Formai in seguito il progetto di trasportare anche i piccoli pezzi per appuntarli alla casa ove stavansi barricati, e che io già conoscevo, ciò che venne effettuato in un baleno, tanto era caldo il desiderio in tutti di caricare il nemico da vicino. Si passò di casa in casa per le praticate aperture; si atterrò pure in quel mentre anche parte della parete di divisione della casa Borsa colla casa Rossi, ove abitava il Bianchi già menzionato; di là passammo silenziosi in giardino, si caricarono i piccoli spingardi, nè saprei dire quanti colpi fossero lanciati, nè con quale vantaggio; questo solo però posso assicurare che lo spavento e la confusione del nemico andava aumentando, ciò che contribuiva non poco ad accrescere il nostro coraggio prorompendo ad ogni poco con unanime grida di vittoria, vittoria, alle quali grida rispondevano pure i nostri fratelli che stavano nella posizione opposta, e tanto ne era l'aere percossa, che in un coll'entusiasmo che tutti ci animava non vedeasi che il fuoco dei fucili, senza sentirne i colpi, e nemmeno dei cannoni che continuavano a fulminarci dai vicini bastioni».
      «Appena arrivati nel giardino del Bianchi in casa Rossi, come già si disse, alcuni di noi si appostarono alla porta, mentre altri si portavano, mediante una sdruscita scala a mano, sul solajo del casino Cagnola ivi confinante, posizione fortissima, e la cui inspirazione non so a chi sia venuta primiero».


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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