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      Era trascorsa di due ore circa la mezzanotte quando quel forte romoreggiare del cannone che doveva coprire la fuga delle truppe del grand'impero, cessò affatto. Il Feld-Maresciallo credette di usare questo nuovo ingegno di sua strategica per salvare la pelle. Chiamò a raccolta tutte le sue truppe e mano mano che faceva il giro di circonvallazione le raccoglieva, facendo trasportare con esse gli innumerevoli morti e feriti, di che il valore dei nostri prodi aveva coperto il terreno.
      Prima ad aprirsi fu la Porta Comasina, e vi tenner dietro Porta Nuova, Porta Orientale, Porta Tosa e Porta Romana. La novella della riportata vittoria si sparge tosto per tutta la città. I nostri accorrono al Castello ed alle porte. Un grido di fuori i lumi, i Tedeschi sono andati, vittoria, vittoria, viene ripetuto per tutte le contrade. Tutti vogliono assicurarsi del fatto. Le contrade vanno stivate di gente cittadina e forese che era corsa in nostro ajuto. Qual commoventissima scena di gioja, quegli amici, quei parenti, quei mariti, quei figli, quei fratelli che durante i cinque giorni di lotta non s'erano più incontrati, ora si abbracciano, si stringono insieme, e gridano: Sì siamo vivi, vivi e redenti, cessino le angosce, Viva l'Italia libera! Noi ci siamo battezzati col sangue de' nostri fratelli. Noi abbiamo giurato sulle loro esanime spoglie mai più Tedeschi, mai più stranieri! L'Italia si è emancipata, essa può far da sè. La patria di tanti eroi, la bella Milano sarà pareggiata all'antica Roma.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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