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      Intanto il Municipio, interprete del voto popolare, si unisce anch'esso al Governo di Milano, e dimanda a tutte le provincie lombarde in compenso dei suoi sacrificj non altro che libertà e vittoria.
      A Brescia pure fuvvi prima l'accordo col generale Schwarzenberg che acconsentì la Guardia Civica fino dalla domenica, poi il martedì cedette egli stesso 800 fucili perchè la guardia fosse armata, e più tardi tentò la lotta; ma scoraggiato ben presto venne a patti, e il mercoledì sgombrò Brescia, la quale aderì al governo centrale spontaneamente colle parole più calde d'ammirazione e di gratitudine per la nostra vittoria.
      A Cremona i patti, pur stipulati cogli ufficiali Austriaci, non furono violati. Quel presidio, composto quasi tutto d'Italiani, si affratellò ben presto coi cittadini, ed il generale Schönhals dovette ritirarsi cogli altri. Si avvicinava a quella che il generale Radetzky chiama così facetamente base delle sue operazioni militari, quando non lungi da Orsinovi, inseguito dagli insorti dovette arrendersi e darsi prigioniero, egli, i suoi ufficiali ed i suoi soldati.
      A Lodi l'occupazione austriaca durò maggior tempo, perchè ivi erasi riparato il generale Radetzky. Ora però la città è sgombra, e concorre anch'essa all'unione lombarda.
      Più varie, più sanguinose sono le vicende di Crema, dove al Comitato provvisorio succedette una seconda occupazione austriaca e il passaggio delle truppe fuggiasche. Anche i Cremaschi ebbero e vittime e prigionieri, e la crudele dimora degli Austriaci durò più giorni.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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