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      Questi 8 milioni sono l'imposta sui nostri vizj e sulla nostra ignoranza. Difatto chi ci obbliga a comperare a sì caro prezzo un po' di fumo, a pagare il tabacco il quadruplo di quello che vale? Chi ci obbliga a giuocare al lotto? E non capite voi che questo è un giuoco in cui l'impresa è sicura di vincere, una vera ladreria, che se qualcuno volesse metterla su per suo conto anderebbe in prigione come truffatore? E poi sapete quel che possono dire di noi? Possono dire che siamo un popolo di oziosi, che consumiamo ogni anno 7 od 8 milioni in tabacco e dopo ci lamentiamo che manca il pane ed il lavoro; possono dire che siamo un popolo di minchioni, che ogni anno gettiamo in un giuoco d'azzardo 8 o 9 milioni, e che per la gola di guadagnare senza fatica togliamo tutte le settimane il pane di bocca ai nostri figliuoli e torniamo sempre alla stessa trappola. E sono 30 anni che la trappola lavora, e avrà ingojato a quest'ora forse più di 150 milioni. Guarda, o popolo, che bel patrimonio hai gettato via senz'accorgerti per un po' di fumo, un po' di puzza ed un po' di speranza che somiglia all'amo con cui si prendono i pesciolini!
      Non è dunque nè per capriccio nè per una prepotenza che chi ha occhi in testa consiglia di non fumare e di non giuocare al lotto, ma è pel nostro meglio. Così si vedrebbe che non siamo minchioni, e che sappiamo calcolare il nostro interesse e andar d'accordo tra di noi alla barba delle spie e dei poliziotti che predicano la discordia e l'ignoranza, e vorrebbero vedere che noi stessi ajutassimo colle nostre mani a cavarci la pelle.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255