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      Finalmente si scelse una deputazione di cinque individui che doveva pregar nostro padre che ritirasse la truppa, e concedesse una Guardia Civica, che avrebbe certamente mantenuto l'ordine.
      Le truppe dovettero ritornare nelle caserme, eccettuati quelle che sono qui nella casa, e una mezza compagnia avanti alla Delegazione; e siccome in Vienna erasi accordato l'armamento degli studenti, papà permise la formazione di 400 uomini, che scelti fra facoltosi cittadini, dovessero seguire non armati le pattuglie militari, curare l'ordine, ed evitare i conflitti tra i militari e borghesi. Tutto ciò non è che provvisorio, perchè deve essere approvato dall'Imperatore, ma pure ora s'incominciò e dove finiremo? Sino a quanto si aumenterà il numero quando otterranno anche l'armamento? Cosa ne dirà il militare? Vorrei sentire S. M. Appena era stata fatta questa concessione, si radunò una immensa moltitudine innanzi alla abitazione di nostro padre, e lo chiamò fuori. Da questo momento furono tutti pazzi. I ricchi distribuivano danaro e coccarde tre colori; i più poveri le prendono e si ubbriacano, e così tutti girano tumultuando colle coccarde tre colori pella città gridando: Viva l'Italia!
      Oggi alle 3 tutti quelli che vogliono prender parte alla Guardia Civica devono farsi inscrivere nell'Arena; naturalmente se ne presenteranno assai più di 400, e pretenderanno l'accettazione, e allora incomincerà il guazzabuglio. Peccato che s'abbia dato principio a Vienna, e s'abbia esteso a tutte le provincie, cosicchè non si può qui negare ciò che fu concesso a tutti, dal che nascerà vero malcontento ed insurrezione; noi ne abbiamo bastanti esempi.


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Cronaca della rivoluzione di Milano
di Leone Tettoni
Editore Wilmant Milano
1848 pagine 255

   





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